Il Vaticano alla Biennale: Moretti con Radic e Berman
Per la prima volta il Vaticano parteciperà alla Biennale di Architettura di Venezia, e ha deciso di farlo dando vita ad un progetto straordinario: un padiglione diffuso, che si svilupperà nel Bosco dell’Isola di San Giorgio Maggiore, su modello della Skogskapellet (“cappella del bosco”) costruita nel 1920 da Gunnar Asplund nel cimitero di Stoccolma, un piccolo edificio in legno progettato in un’ottica di fusione con l’ambiente naturale circostante.
Il progetto, promosso dal cardinale Gianfranco Ravasi, coordinato dal Pontificio Consiglio della Cultura e curato dal professor Francesco Dal Co, coinvolge dieci architetti, provenienti da tutto il mondo, ognuno dei quali è stato invitato a progettare una cappella, indagando le possibilità offerte dai differenti materiali mantenendo il focus sui temi della tutela e del rispetto dello spazio naturale circostante e della possibilità di riuso della cappella al termine dell’esposizione. Il progetto che verrà sviluppato per la Biennale di Venezia permette di confrontarsi con un tipo edilizio che non ha modelli né precedenti. Infatti, le cappelle saranno isolate, collocate in un ambiente naturale e astratto, metafora del peregrinare della vita: il bosco, appunto.
Moretti SpA è stata chiamata a realizzare due progetti, tra loro molto differenti, impiegando tutto il know-how tecnico di cui è portatrice: la prefabbricazione in cemento armato per la cappella progettata da Smiljan Radic e quella in legno lamellare per la cappella di Andrew Berman.
Un impegno, quello della Biennale, che Valentina Moretti ritiene molto stimolante per la Moretti SpA: “Da sempre amiamo poterci confrontare e misurare con la creatività e il pensiero di architetti con culture diverse e respiro internazionale. Tutte le volte che lo abbiamo fatto, è stata una straordinaria occasione di crescita, soprattutto quando il confronto è con architetti di grandissimo valore e visione, come in questo caso. Sperimentare insieme soluzioni tecniche innovative per dare attuazione ai loro progetti è stata un’esperienza davvero arricchente”.
“Pensiamo inoltre che gli obiettivi dell’impresa, per quanto privati, debbano integrarsi con il paesaggio circostante ed essere guidati dall’etica della responsabilità” ha aggiunto poi Valentina Moretti.